I giardini “de la Glorieta” si trovano in prossimità della “Puerta del Mar”, a poche decine di metri dalla fermata metro “Colón”. Con la vicina “Plaza de Alfonso el Magnánimo”, che coincide con i giardini chiamati dai valenciani “El Parterre”, i giardini Glorieta, condividono l’origine.
Questi giardini sono molto antichi, possiedono più di 200 anni però non hanno mantenuto nel tempo la loro bellezza decorativa, il loro valore botanico iniziale e nemmeno la loro grandezza in quanto a occupazione di metri quadri.
Cenni storici, la nascita dei Giardini Glorieta
Come raccontato nell’articolo riguardo “El Parterre”, per risalire alla creazione di questi giardini dobbiamo portarci nel 1812 quando il maresciallo francese Suchet, dopo la guerra d’Indipendenza, acquisì i terreni tra l’antico Convento de Santo Domingo e l’edificio che al tempo ospitava la Dogana e che attualmente è sede del Tribunale Supremo della Giustizia della Comunità Valenciana. In quell’area iniziò a piantare alberi e specie botaniche a cui era molto affezionato.

In poco tempo il maresciallo lasciò Valencia a causa del ritiro dei francesi dalla città e ad incaricarsi dei terreni fu il Generale spagnolo Elio. Quest’ultimo incaricò l’architetto Manuel Serrano Insa di progettare dei giardini.
Furono acquistate varie specie botaniche diverse sculture furono portate dal vecchio giardino del Canonico Antonio Pontons García. Molte delle quali furono realizzate dallo scultore italiano Giacomo Antonio Ponzanelli, al giorno d’oggi, alcune di queste sculture le troviamo ad abbellire altri giardini della città.
La rappresentazione del Tritone che decora la fontana attualmente visibile nei giardini Glorieta è una delle opere dell’italiano Ponzanelli.
Nel 1826 i giardini vengono dotati di una recinzione e l’entrata principale resa possibile da un bel cancello che è possibile ben vedere nella foto del passato.

Giardini “de la Glorieta” ed i suoi maestosi Ficus
Nel 1852 vennero piantati 3 grandi ficus della specie “Ficus Macrophylla” che ancora oggi mostrano la loro imponente fronda, cosi come fu piantato il ficus che è possibile ammirare nei vicini giardini del “Parterre”. E nel 1860 viene rifatta la recinzione che però venne smontata nel 1925 per usarla con lo stesso fine presso i giardini reali, “de los viveros”.
Come detto precedentemente, al giorno d’oggi, i giardini non possiedono lo splendore iniziale e nemmeno le dimensioni del tempo. All’interno troviamo un piccolo parco giochi per bimbi e ad attirare l’attenzione dei passanti sicuramente ci pensano i grandi ficus che hanno resistito alla “Riada” del 1957.


