Uno dei luoghi d’interesse turistico e religioso della città è sicuramente la Cattedrale di Valencia. Una gran storia, un importante patrimonio artistico-culturale e moltissime curiosità, la caratterizzano e la rendono peculiare.
Quando parliamo di Valencia dobbiamo sempre tener presente una data storica, il 9 ottobre 1238, giorno indicativo della “riconquista della città di Valencia” da parte di Re Giacomo I, Re dell’impero aragonese a cui si attribuisce l’entrata a Valencia e conseguente caduta del dominio arabo, che in ambito religioso significa il ritorno del cristianesimo a spese dei musulmani. Attualmente ogni 9 ottobre si festeggia la festa della Comunità Valenciana.
9 ottobre 1238, una data importante anche per la Cattedrale
La Cattedrale di Valencia, conosciuta anche come “La Seu”, sorge in un luogo carico di memoria. Qui si trovavano prima un tempio romano, una basilica visigota e poi una grande moschea musulmana, fino alla riconquista cristiana del 1238 guidata da re Giacomo I d’Aragona.
Si dice che il Re, non appena entrò in città, si diresse verso la moschea principale e, armato di un martello, cominciò a “demolire” le pareti del simbolo religioso arabo e con l’aiuto dei suoi uomini la rase al suolo. Tutto ciò però è leggenda perché la moschea fu utilizzata, una volta consacrata, come luogo religioso in attesa della costruzione della nuova cattedrale gotica.
Cenni architettonici
La costruzione della cattedrale di Valencia si svolse principalmente tra il 1262 e il 1356. In origine presentava tre navate composte da tre campate: quella centrale, più ampia e alta, e due laterali più strette. La campata della navata centrale aveva forma quadrata, mentre quelle delle navate laterali erano rettangolari. Sul lato orientale (nell’attuale calle Barchilla) sorgeva un campanile, che nel 1419 fu privato delle sue campane, trasferite nella nuova torre del “Miguelete”, attuale campanile della Cattedrale. A partire dal 1438 il vecchio campanile venne progressivamente demolito per riutilizzarne i materiali nei nuovi lavori della cattedrale di Valencia.
La quarta campata, oggi esistente, fu aggiunta nel XV secolo per collegare l’edificio con la Sala Capitolare (oggi trasformata nella cappella del Santo Calice) e con il campanile del Miguelete, che erano stati edificati separatamente. L’attuale struttura si compone quindi di tre navate con quattro campate, un transetto, un deambulatorio e un presbiterio a pianta poligonale.
Le navate laterali presentano quattro cappelle ciascuna, mentre il deambulatorio conta otto cappelle absidali. Poiché il numero è pari, l’asse principale dell’edificio non corrisponde a una cappella, come in altre cattedrali spagnole, ma a un pilastro. La copertura è realizzata con volte a crociera quadripartite sostenute da una travatura in mattoni. Gli archi che reggono la navata centrale e quelli che separano le navate sono tutti a sesto acuto.
Il percorso interno della cattedrale di Valencia offre una straordinaria varietà di stili, che si susseguono senza brusche interruzioni. I lavori cominciarono dalla zona dell’abside, detta anche deambulatorio, lo spazio semicircolare che ospita le cappelle principali e al cui centro si trova l’altare maggiore. Già entro la fine del XIII secolo era stata completata la navata con le otto cappelle, avanzando progressivamente verso la porta del Palau (quella in stile romanica), situata nel braccio orientale del transetto, mentre si demoliva l’antica moschea.
È consigliata la visita della Cattedrale utilizzando l’audio guida fornita all’ingresso, ben fatta e che spiega le diverse caratteristiche storiche, architettoniche delle varie zone che compongono la chiesa. Se visitate la Cattedrale di Valencia e dipendendo da quanto tempo trascorrerete in città, uno dei nostri consigli è di valutare l’acquisto della tessera turistica “Seven Days” che permette di avere ingressi gratuiti o buoni sconti sulle entrate alle attrazioni principali della città.
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Il risultato è un edificio che unisce diversi stili: il gotico, predominante nelle navate e nelle diverse cappelle; il romanico, visibile nella Porta de l’Almoina; e il barocco, evidente soprattutto nella facciata principale. Una sintesi architettonica che racconta il passaggio dei secoli e rende la cattedrale unica nel panorama spagnolo.

Le tre porte monumentali
Tra svariati diversi aspetti, la Cattedrale di Valencia colpisce per le sue tre porte, ciascuna espressione di un diverso stile architettonico: barocco, romanico e gotico.
- Puerta de los Hierros (barocca)
Costruita tra il 1703 e il 1741, alta oltre 36 metri, con una struttura concava che crea un’illusione ottica di maggiore ampiezza. Perché questo? Questa porta fu concepita per essere vista dalla stretta via “calle de Zaragoza” che aveva di fronte, e che oggi è scomparsa per la creazione dell’attuale spazio che occupa la piazza. Consigliamo la curiosa lettura riguardo la nascita e le curiose trasformazioni di Plaza de la Reina fino alla conformazione pedonale attuale.
È un monumento dedicato all’esaltazione dell’Assunzione della Vergine Maria, della Chiesa e dei santi valenciani, San Vincenzo Ferrer e San Vincenzo Martire. - Puerta de los Apóstoles (gotica)
Realizzata tra XIII e XIV secolo, cosi chiamata per la presenza di dodici sculture che rappresentano gli Apostoli. Lasciamo all’articolo dedicato a questa porta il compito di raccontarla, descriverla e spiegarla.
Ricordiamo che ai piedi di questa porta della Cattedrale di Valencia, continua a riunirsi, dal 880 d.C., tutti i giovedì alle ore 12, il “Tribunal de las Aguas”, istituzione giuridica millenaria riconosciuta dall’UNESCO. Leggi l’articolo dedicato a questa tradizione. Molto probabilmente, in questo luogo, il Tribunale si riuniva anche al tempo della moschea musulmana. Fino al 1798 in quest’area vi era un piccolo cancello in ferro e una panca in pietra che veniva utilizzata appunto per far accomodare i giudici del Tribunale. Sia il cancello che la panca furono smantellate a causa dei disagi causati all’ingresso e all’uscita del tempio, soprattutto durante la festa del Corpus Domini. - Puerta de la Almoina o del Palau (romanica)
Costruita nella seconda metà del XIII secolo. Un elemento romanico all’interno di un’epoca di stile gotico. Questa la caratteristica principale della porta “de la Almoina”.
Sono diverse le teorie che ipotizzano il perché di questo curioso fatto e la più sostenuta è quella che lo stile romanico possedeva ancora molto prestigio all’interno del regno Aragonese.
Altra teoria è quella per cui si era ritenuto opportuno realizzare una porta di accesso a un tempio cristiano il cui interno ricordava ancora il suo passato islamico. Era un modo per offuscare il loro status di musulmani e a questo scopo era stata scelta la facciata dove si trovava il “Mihrab”, la nicchia dove i musulmani dirigevano le loro preghiere.
Sono svariati i nomi che questa porta ha ricevuto nel tempo e attualmente si utilizzano “de la Almoina” per la vicinanza della sede di una istituzione caritatevole (creata nel 1288) che, appunto, aveva nome “Almoina” oppure si utilizza il nome “del Palau” per la sua vicinanza al palazzo vescovile.
Altri nomi utilizzati furono “fruita” perché nella piazza si realizzava un mercato della frutta, “porta Vescovile” e “porta Lérida”.
Anche per questa porta consigliamo la lettura dell’articolo che gli abbiamo dedicato. Un articolo grazie al quale possiamo comprendere le diverse figure ornamentali che possiede questo ingresso alla Cattedrale di Valencia.

Il Museo della Cattedrale
Nel XVIII secolo il Museo delle Antichità, noto anche come Museo Diocesano Valentino, si trovava all’interno del Palazzo Arcivescovile. Questo primo museo scomparve durante l’invasione francese del 1808. Più tardi, nel 1922, fu istituito il Museo Archeologico Diocesano, sempre nel palazzo arcivescovile, con collezioni provenienti dalla diocesi di Valencia e dalla stessa cattedrale. Anche questo, tuttavia, cessò di esistere a causa della guerra civile del 1936.
Nel 1954 l’allora arcivescovo fondò il museo della cattedrale, inizialmente di dimensioni ridotte e collocato in locali annessi all’edificio sacro che si affacciavano su Calle Barchilla. L’ingresso era situato nella cappella del Santo Calice, mentre l’uscita avveniva attraverso la cappella di San Francesco Borgia.
Una radicale ristrutturazione, avvenuta nel 2016, ha permesso di ripensare completamente il museo con un nuovo allestimento, nuove sale e nuovi livelli. Durante i lavori furono effettuati scavi archeologici che riportarono alla luce resti di epoche diverse: romana, visigota, musulmana e cristiana, oltre alle fondamenta del campanile trecentesco della cattedrale di Valencia.
Fra i ritrovamenti spiccano una strada romana del I-II secolo, una cisterna e tracce di abitazioni sia musulmane che cristiane.
Oggi il museo si sviluppa su un piano terra, due piani superiori e un piano interrato destinato alla conservazione dei reperti archeologici scoperti durante gli scavi. In totale si contano undici sale espositive, ognuna dedicata a un tema specifico o a un periodo artistico particolare.

La prima sala che si incontra nel percorso custodisce il tabernacolo processionale del Corpus Domini. Questo prezioso manufatto è soprannominato “dei poveri” perché fu finanziato principalmente da fedeli e devoti di modeste condizioni economiche. Le loro donazioni – gioielli, argento e oro – permisero di impiegare circa 600 kg di argento, 5 kg di oro e 750 grammi di platino. È considerata la più imponente opera di oreficeria del XX secolo a livello mondiale.
Un altro ambiente del museo è dedicato alle reliquie: qui sono esposti i reliquiari e gli oggetti sacri contenenti resti di santi, che fino al 2016 si trovavano in una sala vicina alla sacrestia maggiore.
C’è poi la sala che conserva le sculture originali della Porta degli Apostoli, permettendo ai visitatori di ammirarne i volti da vicino. Sono presenti anche quattro statue del portale, raffiguranti le coppie San Vincenzo Martire e San Lorenzo, e Papa Sisto II con San Lorenzo. Tutte le opere sono autentiche e in uno stato avanzato di deterioramento. Degli apostoli ne restano dieci: gli altri due non sono giunti fino a noi, lasciando vuoti i loro spazi sul portale.
Così come la cattedrale di Valencia, anche il museo merita una visita accurata, per coglierne il valore storico e culturale che va ben oltre il piano strettamente religioso.
Gli affreschi rinascimentali ritrovati
Uno dei tesori più sorprendenti della Cattedrale di Valencia sono gli affreschi rinascimentali della cupola, scoperti solo nel 2004 dopo secoli in cui erano rimasti nascosti sotto decorazioni barocche. Si tratta di opere, realizzate nel XV secolo, di Paolo da San Leocadio e Francesco Pagano, commissionate dal cardinale Rodrigo Borgia (futuro papa Alessandro VI). Gli affreschi raffigurano un coro di angeli musicisti dai colori vivaci, che conferiscono al tempio un’atmosfera celestiale e costituiscono uno dei cicli pittorici più importanti del primo Rinascimento in Spagna.

Spettacolari le foto che rappresentano la sorpresa dei restauratori. Lo stupore fu immenso, attraverso l’apertura lasciata dal supporto di un elemento mobile, fu possibile ammirare i primi dei dieci maestosi angeli che circondavano la chiave scomparsa, dove un tempo si trovava l’immagine lignea dell’Assunzione della Vergine. Di fronte a tale scoperta, si decise di procedere al suo recupero e al successivo restauro.

Il Santo Graal, il Santo Calice custodito a Valencia
La Cattedrale di Valencia non è solo un capolavoro di architettura, ma anche un luogo di profonda venerazione e mistero, che custodisce un’eredità di valore inestimabile: il Santo Calice. Questo manufatto, da secoli oggetto di fede, leggende e dibattiti storici, è considerato da molti studiosi e dalla Chiesa cattolica il vero calice usato da Gesù Cristo nell’Ultima Cena. La sua presenza a Valencia non è un caso, ma il culmine di un lungo e avvincente viaggio attraverso secoli di storia e tradizioni.
Un viaggio millenario
La storia di questo calice è un’epopea affascinante. Dalle mani degli apostoli, si dice che sia stato portato a Roma da San Pietro e custodito dai papi per diversi secoli. Per sfuggire alle persecuzioni, fu poi nascosto in diversi luoghi in territori ospagnolo, in un peregrinare che lo vide attraversare terre remote e monasteri segreti. Arrivato infine a Valencia nel XV secolo, il calice trovò la sua dimora definitiva nella Cappella del Santo Calice della Cattedrale di Valencia, dove è venerato dai fedeli di tutto il mondo.
Fede, storia e mistero
L’autenticità del Santo Calice è stata supportata da studi scientifici e da testimonianze storiche che ne tracciano il percorso. La coppa, in agata scura, è incastonata in una base e circondata da decorazioni medievali che testimoniano il suo lungo e venerato passato. Nonostante il fascino delle leggende, è la devozione che lo circonda a rendere questo oggetto così speciale, trasformando ogni visita in un vero e proprio pellegrinaggio. Per saperne di più su questo straordinario manufatto e sulle prove che ne attestano l’autenticità, continua a leggere l’articolo intitolato “Il Santo Graal – Un’analisi della storia e del mito”.
Il Miguelete, il campanile della Cattedrale di Valencia
Accanto al monumento ecclesiastico sorge il celebre campanile, noto come El Miguelete. Alto 51 metri, con 207 gradini in una scala a chiocciola, regala una delle viste panoramiche più belle di Valencia. La sua costruzione iniziò nel 1381 e terminò nel 1429, in pieno stile gotico. Originariamente non comunicava con la cattedrale di Valencia, ma venne collegato in seguito. Consigliamo la lettura dell’articolo intitolato “Campanile della Cattedrale – El Miguelete” per avere maggiori informazioni riguardo questa torre campanaria che tanto piace ai valenciani.
Orari, prezzi e dettagli utili
Nome: Catedral de Valencia
Ubicazione: Plaza de l’Almoina, s/n, Ciutat Vella – 46003 Valencia (Comunità Valenciana – Spagna) o Plaza de la Reina s/
Coordinate geografiche: Lat 39.47544 Lon -0.37544
Telefono: +34 963918127
Orario di apertura: Da lunedì al sabato dalle 7.30 alle 20.30. La visita culturale invece possiede questi orari, dal lunedì al sabato dalle 10.30 alle 17.30 (orario ultima entrata). La domenica dalle 14.00 alle 17.30. Logicamente, durante alcune giornate dell’anno caratterizzate da grandi eventi liturgici, gli orari di visita possono variare o essere sospesi.
Mezzi trasporto pubblico: Autobus numero 4, 11, 31, 32, 70, C1
Prezzo: Ingresso generale 10 € – ingresso ridotto 6 € (gruppi, studenti, pensionati, ecc) – Ingresso gruppi accompagnati da professore o guida turistica 4€ .
L’entrata è gratuita durante gli orari delle funzioni religiose, anche se in quei momenti non è consentita la visita turistica completa.
L’entrata alla visita della Cattedrale di Valencia non include la possibilità di salire nel campanile. Trovate maggiori informazioni nell’articolo dedicato ed intitolato “Campanile della Cattedrale – El Miguelete”.
Acquisto entrate: Biglietteria fisica interna, tramite Valencia Tourist Card, tramite tessera “Seven Days”
Se volete visitare la Cattedrale utilizzando la visita culturale, scriveteci che vi facciamo risparmiare qualcosa. Il sito ufficiale della Cattedrale di Valencia permette di conoscere gli orari delle funzioni religiose e scoprire anche alcuni aspetti storici-religiosi del tempio.
Un luogo dove il passato incontra il presente
Come abbiamo visto, se pur in maniera veloce, la Cattedrale di Valencia non è soltanto un monumento, ma un luogo in cui la storia della città si riflette nella pietra, nei dipinti, negli affreschi e nelle tradizioni che ancora oggi sopravvivono. Dalle sue porte monumentali al tesoro custodito nelle cappelle, dal museo al Miguelete, ogni angolo racconta un frammento di una storia lunga più di sette secoli.
Visitare la Seu significa attraversare il tempo, tra Roma, Al-Andalus e la cristianità medievale, fino ad arrivare alla Valencia viva e moderna di oggi.


