A Valencia, un gran rappresentante dello stile gotico valenciano è un edificio che ancora in molti non conoscono: “El Almudín”. Ci troviamo nella zona alle spalle della Basilica, a poche decine di metri da “Plaza de la Virgen”.
La funzione storica dell’edificio fu quella di stoccaggio di grano e altri cereali destinati alla vendita e distribuzione nella città di Valencia. “El Almudín” fu realizzato agli inizi del XIV secolo e rispondeva all’esigenza di creare dei magazzini con i quali contrastare le carenze alimentari che in quell’epoca minacciavano la sopravvivenza delle persone. Il nome “almudín” deriva dalla parola araba “almud” che era un’unità di misura per i cereali usata all’epoca.
L’edificio “el almudín” in origine
In origine era più piccolo e possedeva un cortile aperto al suo interno. Fu grazie alla ristrutturazione e migliorie apportate nel XV e XVI secolo che acquisì l’aspetto che oggi possiamo apprezzare. Tra le tante variazioni architettoniche troviamo la realizzazione della copertura dello spazio aperto e la costruzione del portico d’entrata che apre su “Plaza San Luis Beltrán”. Portico che per un tempo fu “accecato” nel XIX secolo e riscoperto con la ristrutturazione del XX secolo.
L’interno dell’edificio è diviso in tre navate, quella centrale più larga e più alta di quelle laterali, separate da archi semicircolari sostenuti da pilastri. Il tetto è tutto in legno, con la navata centrale bifacciale e più alta.

Nel corso del XVII secolofurono realizzati i dipinti che decorano tre delle pareti interne dell’edificio. Questi, fanno riferimento all’ingresso del grano, agli schemi delle gilde coinvolte nell’operazione e nell’organizzazione del commercio che “el almudín” albergava e alle immagini del mondo popolare, sociale e religioso.
L’edificio acquisisce una funzione museale e poi espositiva
Tra il 1906 ed il 1991 “El almudín” ospitò il museo di paleontologia, quest’ultimo fu precursore della nascita del museo delle scienze naturali ubicato attualmente all’interno dei giardini reali, “de los viveros”.
Tra il 1993 e il 1996 l’edificio è stato completamente restaurato con l’obiettivo di riportarlo il più possibile alla sua configurazione originale e di trasformarlo in uno spazio museale. Attualmente l’edificio è di proprietà comunale ed è dedicato ad esposizioni e mostre temporanee.